INTERVISTA A NORBERTO PRESTA – VIA ROSSE – AGOSTO 2004 http://www.unpontetraculture.com/brasile.htm FESTIVAL UN PONTE TRA CULTURE“A CAMERANO NELLE GROTTE DI NOTTE …” STORIE DI MIGRAZIONE |
1) Norberto, parlaci di VIA ROSSE, com’è nata? Quali sono le attività pedagogiche ed artistiche future della compagnia?
Quando Sabine Uitz e io ci siamo trasferiti dalla Germania in Italia abbiamo preso una casa di campagna a Vighizzolo d’Este in provincia di Padova, in una strada che si chiama Via Rosse. Come si sa, i teatranti portano il proprio lavoro in sé, sono loro stessi a generare, a creare la propria attività, dunque abbiamo portato con noi i nostri progetti e anche la nostra storia. A Este, una piccola città vicino a casa nostra, abbiamo fondato prima una scuola di teatro e approfittando del nostro permanente girovagare per il mondo, abbiamo anche organizzato un festival internazionale, sviluppando così collaborazioni con tante realtà teatrali tanto in Europa come in America Latina.
Dopo sei anni con la Scuola Civica di Este e quattro con il festival internazionale e molti incontri e produzioni nella Città di Este, il rapporto con l’amministrazione comunale era diventato più un peso che una collaborazione, così abbiamo deciso di concentrare la nostra attività nella casa di Via Rosse per riuscire ad approfondire il nostro lavoro artistico e anche organizzativo. Si aggiunge Eleonora Bovo, fino a quel momento allieva e anche attiva collaboratrice, e trasformando il fienile in una sala di teatro la nostra casa diventa il Centro di Produzione Teatrale Via Rosse.
Come dice la nostra presentazione “Il centro Via Rosse definisce uno spazio di creazione teatrale, ma anche di realizzazione di festival, incontri artistici, e seminari nazionali e internazionali. Per questo si propone come ponte tra continenti, paesi e culture diverse, tra teatranti ed artisti in genere"
2) Parlaci del processo di realizzazione in Storie di Migrazione.
Abbiamo lavorato con molto entusiasmo a partire da questa proposta che ci ha fatto Gianluca, un tema che ci interessa visto che è parte delle nostre “preoccupazioni”. “Raccontare storie di migrazione è in buona parte raccontare la storie dell’umanità”.
Prima abbiamo fatto un lavoro di ricerca: leggere e anche parlare con le persone che potevano raccontarci storie che ci aiutassero a creare “momenti teatrali”, storie di ieri ma anche storie di oggi, storie che ci aiutassero a capire un’attualità sempre più difficile da capire, forse anche perché si è persa la memoria e con quello la propria identità.
Riscrivere per raccontare questa storie mettendo insieme attori italiani e musicisti argentini, in uno spazio pieno di storia come sono le grotte di Camerano, è stato un lavoro affascinante. Dopo, quando ci siamo trovati con un pubblico sensibile e attento, l’evento teatrale è diventato un momento magico, d’emozione ma anche di riflessione.
3) Quali sono i punti d´incontro tra Via Rosse e l´Ass. Int. Un ponte due culture?
Tanti. Quando nel 1999 ero in Argentina a lavorare in un progetto che si chiamava “Un ponte sull’Atlantico”, mi sono reso conto che c’è un festival che si chiama “Un ponte tra culture”, vado a vedere e mi incontro con Gianluca Barbadori. Mi trovo con uno con cui posso condividere un sogno, costruire un ponte, che poi si tratta di tanti ponti, tra realtà teatrale ma anche culturale, tra paesi ma anche tra persone, tra artisti ma anche tra pubblico. Il forte desiderio ma anche la consapevolezza della necessità di un modo di fare, di comunicare, di condividere, che parta dal rapporto umano, che recuperi e sviluppi valori culturali, usando fondamentalmente il teatro, è un compito forse troppo ambizioso ma assolutamente necessario.
Da allora la collaborazione tra “Via Rosse” e “Un ponte due culture” è un’attività quotidiana, un lavoro che da più senso al nostro lavoro. La creazione e realizzazione di progetti teatrali che sono in realtà progetti culturali e sociali.
4) In questi tempi apparentemente mutanti qual è la funzione sociale del teatro di VIA ROSSE?
Credo che con quello che ho risposto prima si può intuire quale siano i valori che orientano il lavoro di Via Rosse.
Noi siamo un piccolo gruppo, tre persone: Sabine Uitz, Eleonora Bovo e io, in una casa nella campagna veneta; ma con tanti colleghi, collaboratori, amici distribuiti in tanti piccoli posti in tanti paesi, persone molto vulnerabili che in gran parte fanno semplicemente teatro e che hanno difficoltà ad accettare così com’è il tempo in cui ci è toccato vivere, che produce un teatro che prova a riflettere ed emozionare attraverso i fatti umani.
Forse quello che dico può suonare presuntuoso, ma per me pensare alla “umanità” è pensare a 6.000.000 milioni di persone. Nessuna ideologia, nessuna politica, nessuna religione, nessun principio d’umanità ha validità se non contempla il benessere di questi 6.000 milioni di persone.
Dopo in realtà, facciamo semplicemente teatro.
1 commento:
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